Com’è possibile che una famiglia debba gestire più debiti che introiti?
Come può succedere che un individuo, nonostante percepisca un buono stipendio, si ritrovi così sommerso dai debiti da non poter più garantire un’esistenza dignitosa a sé e ai i suoi cari?
Prendiamo l’esempio di Maria e Fabrizio, che pur guadagnando insieme 2.000 € al mese, si trovano a dover affrontare una rata mensile di 2.500 € tra mutui e finanziamenti vari.
Queste circostanze, che possono sembrare surreali, sono in realtà più comuni di quanto si pensi. Non a caso, negli ultimi mesi, mi sono ritrovato ad affrontare molti casi simili a quello sopracitato.
Inizialmente, si potrebbe pensare che queste persone avrebbero dovuto evitare di accumulare debiti. Tuttavia, giudicare è facile quando non ci si trova in quelle situazioni.
La “difficoltà” per Maria e Fabrizio nasce dal fatto che entrambi percepiscono stipendi fissi da una grande azienda italiana, il che rende le società finanziarie più propense a concedere prestiti senza ponderare adeguatamente la capacità di rimborso del cliente.
Queste società, inoltre, spesso ignorano la regola bancaria che suggerisce di non far superare la rata di un mutuo o finanziamento oltre il 35/40% del reddito. Continuano quindi a proporre nuovi prestiti e carte di credito revolving con tassi molto elevati, a volte persino oltre la soglia dell’usura.
Ma nella vita, si sa, può succedere di tutto: un giorno l’azienda per cui lavorano Maria e Fabrizio li mette in cassa integrazione, riducendo drasticamente i loro stipendi. Nonostante ciò, le finanziarie continuano a chiedere il pagamento delle rate.
Maria e Fabrizio, onesti e responsabili, cercano di rimediare indebitandosi ulteriormente, e le finanziarie non fanno altro che concedere ancora prestiti. Arriva un punto in cui anche l’aiuto dei loro genitori non è più sufficiente.
Quale sarà dunque la sorte di questa famiglia? Restare indebitati!
Con pignoramenti degli stipendi, che dunque si riducono ancora di più, e con la casa che, una volta messa all’asta, verrà venduta a un prezzo che non coprirà l’intero debito, cosa potrà aspettarsi questa famiglia?
Una casa all’asta, stipendi ridotti al minimo e un’immensa montagna di debiti da saldare. La vita si tinge di grigio, il futuro sembra senza speranza, la depressione inizia a far capolino e il vortice di disperazione sembra non offrire vie d’uscita.
Legge 3/2012: la soluzione quando si hanno troppi debiti
La Legge 3/2012, dopo un lungo periodo di elaborazione, ha finalmente iniziato a fornire soluzioni concrete, come dimostrato da numerosi casi di successo che trovi qui in basso.
Ricordi all’inizio del 2012, quando i giornali erano colmi di storie tragiche di suicidi legati alla crisi finanziaria e ai debiti? Anche se oggi i media sembrano concentrarsi più su altri temi, i problemi legati ai debiti rimangono purtroppo una realtà.
Nel 2012, anche sotto pressione europea, l’Italia ha finalmente introdotto questa legge sul sovraindebitamento, sebbene in altri Paesi come la Germania, la Francia, gli Stati Uniti, il Canada e il Regno Unito, simili disposizioni siano in vigore da molto più tempo. In Spagna è conosciuta come la “Segunda Oportunidad”.
Pur con un certo ritardo rispetto ad altri Paesi, l’Italia ha adottato questa importante legislazione, nota anche come “Legge Salva Suicidi”. E solo dopo tre anni dalla sua introduzione, abbiamo iniziato a vedere le prime applicazioni efficaci di questa legge.
L’obiettivo principale della Legge 3/2012 è quello di offrire a individui e famiglie pesantemente indebitati dei sistemi legali per cancellare i loro debiti e di iniziare una nuova vita senza il peso delle passate obbligazioni finanziarie.
Cosa fare se hai troppi debiti
La possibilità di risolvere problemi di sovraindebitamento, un tempo prerogativa esclusiva di grandi imprenditori, è oggi estesa a una fascia molto più ampia di debitori: piccoli imprenditori, professionisti, agricoltori e semplici lavoratori dipendenti.
Maria e Fabrizio, ad esempio, rientrano tra coloro che possono beneficiare della Legge 3/2012. Questa legge potrebbe ridurre in modo significativo il fardello di debiti, permettendo loro di gestirli con tassi più sostenibili e in linea con il loro reddito attuale.
La legge sostiene un principio fondamentale: il debitore ha il diritto di mantenere un tenore di vita dignitoso.
La situazione di Maria e Fabrizio non è un’eccezione in Italia; milioni di persone si trovano in circostanze simili. Numerose famiglie oneste e laboriose sono state costrette a indebitarsi per far fronte a riduzioni di reddito o spese impreviste, spesso legate a questioni sanitarie.
Ora, grazie a questa legge, esiste una speranza concreta per tali persone. C’è la possibilità di scorgere una luce in fondo al tunnel e, con un impegno ragionevole, di intravedere una via d’uscita da una situazione altrimenti senza fine.
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