Opposizione a pignoramento presso terzi

Opposizione a pignoramento presso terzi: significato e funzionamento

Gli argomenti di questo articolo

Quando si parla di opposizione a un pignoramento presso terzi, si intende la possibilità di far valere i propri diritti in caso di un pignoramento che riguarda beni o somme non direttamente in tuo possesso, ma nelle “mani” di terze parti.

Cosa significa concretamente?

È il caso, ad esempio, di:

In altre parole, parliamo di beni che ti appartengono o che hai maturato (come il reddito o il TFR), ma che si trovano fisicamente o giuridicamente sotto la gestione di altri soggetti, come la banca, l’azienda per cui lavori o l’ente previdenziale.

La buona notizia è che la legge ti riconosce il diritto di opporti a questo tipo di pignoramento, nel caso in cui ritieni che il debito non sia dovuto.

Questo significa che puoi dimostrare davanti al giudice che le richieste del creditore sono infondate o che ci sono errori nel procedimento.

L’opposizione, quindi, è uno strumento importante, ma bisogna sapere come e quando usarlo.

Nelle prossime sezioni vedremo insieme quali sono i passaggi e i termini da rispettare per presentarla correttamente.

Opposizione a pignoramento presso terzi: come funziona?

Per presentare opposizione a un pignoramento presso terzi, bisogna che il procedimento legale sia già in corso.

Può sembrare ovvio, ma spesso capita che, preso dalla paura, il debitore faccia opposizione anche solo di fronte a una semplice minaccia di pignoramento da parte dei creditori.

Facciamo un po’ di chiarezza.

Se non paghi un debito, il creditore può rivolgersi al giudice per ottenere un decreto ingiuntivo, che è una sorta di ordine ufficiale di pagamento.

In questa fase hai il diritto di presentare opposizione per contestare la richiesta, ma cosa succede se non paghi e non procedi in tal modo?

Il creditore passa alla fase successiva, chiedendo al giudice un atto di precetto. Questo documento è, in pratica, un’ultimissima chance: ti viene intimato di pagare e, anche qui, hai ancora il diritto di opporti.

Se però anche questa volta non reagisci e non saldi il debito, il creditore può procedere con il pignoramento.

Una volta notificato l’atto, il procedimento diventa operativo e i soldi o i beni che rientrano nel pignoramento (ad esempio il quinto dello stipendio o le liquidità del tuo conto corrente) sono ormai bloccati o prelevati.

Puoi comunque presentare opposizione, certo, ma intanto il pignoramento va avanti.

E qui sta il problema: anche se successivamente il giudice decidesse che il pignoramento non era valido, riavere indietro le somme già prelevate è praticamente impossibile.

Sì, lo so, sembra assurdo, ma è così che funziona il sistema.

Opposizione del pignoramento presso terzi: quali sono i termini?

Ora che abbiamo visto i passaggi fondamentali di un pignoramento, è importante capire quali sono i tempi e i termini per fare opposizione.

Il primo atto di cui devi preoccuparti è il decreto ingiuntivo: quando ricevi questo documento, hai 40 giorni di tempo per presentare opposizione.

Se decidi di non fare nulla entro questo termine (e non paghi il debito), il passo successivo sarà l’arrivo dell’atto di precetto, ovvero l’intimazione ufficiale al pagamento.

Da qui in poi, il tempo a tua disposizione per fare opposizione si riduce a soli 10 giorni.

E se neanche in questa fase fai opposizione e non saldi il debito, il creditore ha comunque 90 giorni per richiedere un’ultima emissione dell’atto di pignoramento.

A differenza dei passaggi precedenti, l’atto di pignoramento è immediatamente esecutivo.

In altre parole, il procedimento parte automaticamente: lo stipendio, la pensione o il conto corrente vengono pignorati.

Anche in questa fase puoi presentare opposizione, ma questa non blocca il pignoramento.

Sarà il giudice, dopo aver valutato la tua richiesta, a decidere se ci sono i requisiti per invalidare l’atto.

Opposizione al pignoramento presso terzi: cosa si intende esattamente?

L’opposizione al pignoramento è un’azione legale che permette al debitore di contestare la richiesta del creditore, portando la questione davanti a un giudice.

In pratica, è il tuo diritto di dire: “Questa richiesta non è corretta e voglio dimostrarlo.”

In quali momenti puoi esercitare questo diritto?

Ecco un breve riepilogo:

  • Opposizione al decreto ingiuntivo – Quando ricevi un decreto ingiuntivo, stai ricevendo una comunicazione ufficiale che ti chiede di saldare un debito. Puoi contestarlo con un’azione legale, dimostrando che la cifra richiesta non è dovuta o che ci sono errori. In questo caso, il procedimento si blocca fino a quando il giudice non decide.
  • Opposizione all’atto di precetto – Se non ti opponi al decreto ingiuntivo o non paghi, il creditore può emettere un atto di precetto, ovvero una vera e propria intimazione a saldare il debito. Anche qui, puoi esercitare il tuo diritto di opposizione, interrompendo temporaneamente il processo esecutivo.
  • Opposizione al pignoramento presso terzi – Questa è un’azione che puoi intraprendere quando il pignoramento è già in corso. Ti consente di dimostrare che le richieste del creditore sono infondate o che ci sono stati errori o irregolarità nel procedimento.

Quando presenti opposizione al decreto ingiuntivo o all’atto di precetto, il giudice può arrivare a due conclusioni:

  1. Riconoscere il tuo diritto e interrompere il procedimento definitivamente, impedendo al creditore di andare avanti con la richiesta specifica.
  2. Riconoscere il diritto del creditore, rigettare l’opposizione e riprendere il procedimento da dove era stato sospeso.

Ma c’è un aspetto importante da tenere a mente: anche se il giudice ti dà ragione e blocca il procedimento, il creditore non si arrenderà facilmente.

Avendo un credito da riscuotere, potrebbe semplicemente ripartire con un nuovo decreto ingiuntivo.

L’opposizione al pignoramento presso terzi è un po’ diversa.

Anche se la presenti, il procedimento non si ferma automaticamente: il creditore può comunque andare avanti e, ad esempio, procedere con il pignoramento dello stipendio.

La buona notizia è che, se riesci a dimostrare che hai ragione, il pignoramento perde efficacia.

Opposizione a pignoramento presso terzi: quali sono i rischi dell’opposizione del debitore?

Se ricevi una notifica come un decreto ingiuntivo, un atto di precetto o un pignoramento, la legge ti riconosce il diritto di opporti dimostrando eventuali errori, omissioni o irregolarità commesse dal creditore.

Ma attenzione: fare opposizione non è sempre la scelta migliore.

Molti, quando ricevono una notifica come un decreto ingiuntivo o un atto di precetto, pensano subito: “Non c’è problema, ci penserà il mio avvocato con un’opposizione.”

Sembra una soluzione semplice e immediata, ma la realtà è molto diversa: fare opposizione non è una scorciatoia per risolvere tutto, e, se non ci sono i giusti presupposti, potrebbe persino peggiorare la situazione.

Innanzitutto, difficilmente il creditore che riceve un atto di opposizione si spaventa o si lascia intimorire.

Continuare a rimandare o minacciare azioni legali senza solide basi non serve a nulla.

In questa fase si rischia spesso di finire nelle mani di professionisti poco preparati, che offrono soluzioni miracolose e promesse che si traducono solo in spese inutili, con parcelle pagate senza che si ottenga un vero risultato.

Il problema è che un’opposizione infondata non solo non risolve il problema, ma può persino peggiorare la situazione.

Se il giudice ritiene che l’azione legale sia stata intrapresa senza valide ragioni, si rischia una condanna per lite temeraria.

Questo significa essere accusati di aver fatto ricorso solo per perdere tempo o intralciare il creditore, con l’unica conseguenza di vedersi addossati ulteriori costi legali.

Quando arriva una notifica che potrebbe portare al pignoramento, il consiglio è sempre lo stesso: valuta bene la situazione prima di agire.

Agire di fretta, spinto dalla paura o da cattivi consigli, può portarti solo a perdere tempo e denaro: se non ci sono i presupposti per un’opposizione, meglio evitare di intraprendere strade che rischiano di complicare ulteriormente le cose.

Non fare opposizione al pignoramento presso terzi e risolvere grazie alla legge sul sovraindebitamento

Non sempre l’opposizione al pignoramento presso terzi è la soluzione migliore.

Come abbiamo visto, se non ci sono validi motivi per procedere, è una strada che può rivelarsi più problematica che utile.

Detto questo, è importante ricordare che l’opposizione è un diritto fondamentale del debitore: in alcune situazioni va esercitato con fermezza, ma bisogna sempre valutare attentamente il contesto.

Ci sono però casi in cui puntare tutto sull’opposizione diventa un errore, e questo diventa evidente soprattutto per una persona che ha troppi debiti, al punto da non riuscire più a gestirli.

Anche se riesce a bloccare un decreto ingiuntivo o un atto di precetto, il sovraindebitato non risolve il problema principale: il sovraccarico di debiti.

Le rate continuano a essere insostenibili, e i creditori torneranno presto a bussare alla porta, magari con un altro procedimento.

In situazioni come questa, insistere sull’opposizione al pignoramento diventa solo una perdita di tempo e denaro.

La priorità non dovrebbe essere quella di fermare un singolo atto esecutivo, ma di affrontare il problema nella sua totalità, cercando una soluzione definitiva.

E qui entra in gioco la legge sul sovraindebitamento, uno strumento pensato proprio per chi non riesce più a far fronte ai propri impegni economici.

Grazie alla legge 3 del 2012, oggi parte del codice della crisi, è possibile mettere ordine nella propria situazione debitoria.

Questa legge consente di ristrutturare i debiti, di definire un piano di pagamento sostenibile e, soprattutto, di bloccare immediatamente i pignoramenti e tutti gli altri atti esecutivi.

Se hai un solo debito isolato, l’opposizione può essere una scelta sensata, ma se ti trovi in pieno sovraindebitamento, anche la migliore delle opposizioni non cambierà il quadro generale.

In questi casi, la cosa più saggia da fare è rivolgersi a professionisti esperti nella legge sul sovraindebitamento che, grazie a questa norma, possono farti ottenere un piano di pagamento su misura, basato sulle tue entrate reali, per un periodo generalmente di tre anni.

Non si tratta solo di saldare i debiti, ma di recuperare serenità e tornare a guardare al futuro con fiducia. 

La legge sul sovraindebitamento non è una soluzione temporanea: è la strada per ripartire davvero.

Da 300.000 € a 400 € al mese: come Vincenzo ha ridotto l’85% del suo debito e ritrovato la serenità grazie alla Legge 3/2012

Questa famiglia si libera di oltre 300.000 € di debiti – Come ha fatto? [Ep.6]

Quando Vincenzo ci ha raccontato la sua storia, è stato chiaro fin da subito quanto il percorso fosse stato difficile.

Gestiva una piccola azienda agricola con sua moglie, ma i sacrifici erano tanti, e così decisero di venderla per investire in una tabaccheria nel loro paese.

Con i risparmi di una vita, 100.000 euro, e un mutuo di altri 150.000 euro, sembrava tutto pronto per una nuova opportunità.

Purtroppo, le cose non sono andate come sperato: il paese si svuotava, la crisi economica mordeva, e i conti non tornavano più.

Le uscite erano di 1.500 euro al mese tra mutuo e spese, ma le entrate non bastavano.

Per cercare di salvare la situazione, Vincenzo si rivolse alla banca, ma il risultato fu devastante: non solo l’ipoteca sulla tabaccheria, ma anche sulla sua casa.

Con il pignoramento dello stipendio e due figli all’università, la tensione era alle stelle.

Mi rimanevano solo 800 euro al mese, non sapevo più come andare avanti,” mi raccontava Vincenzo.

Notte dopo notte, cercava soluzioni su internet, e fu così che scoprì la Legge 3/2012.

Decise di affidarsi a un commercialista e a un avvocato, ma il primo tentativo si concluse con un nulla di fatto: la sua domanda fu dichiarata inammissibile.

Nonostante la delusione, Vincenzo non si arrese: scoprì Legge3.it e decise di fissare un appuntamento, portandolo finalmente a risolvere la sua agognata situazione.

Oggi Vincenzo paga solo 400 euro al mese, e sua moglie altri 190.

In soli quattro anni, per lui e la sua famiglia, sarà tutto finito.

Grazie alla Legge 3/2012, ora contenuta nel nuovo Codice della Crisi, e al supporto dei professionisti giusti, Vincenzo è riuscito a trasformare un futuro che sembrava segnato in una nuova opportunità.

Anche tu puoi mettere fine all’incubo dei debiti e riprendere in mano la tua vita, senza più vivere con l’angoscia che il tuo stipendio, la tua pensione o i tuoi beni vengano aggrediti dai creditori.

Potrai finalmente guardare al futuro con serenità, progettando la tua vita senza quel peso insostenibile sulle spalle.

La libertà dai debiti non è un miraggio: è una possibilità concreta che puoi afferrare oggi stesso.

Prendi il controllo della tua situazione e inizia un nuovo capitolo, libero da debiti e pieno di opportunità.

Se ti trovi in una situazione simile a quella di Vincenzo, non aspettare oltre.

Chiama subito il Numero Verde 800 66 25 18 o compila il modulo qui sotto per una consulenza gratuita e senza impegno con Legge3.it.

Il primo passo verso la tua rinascita è più vicino di quanto pensi.

Buona vita,

Gianmario Bertollo

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