Con l’ordinanza ex art. 423 n. R.G. 1322/2016 del 23 Agosto 2018 il giudice della sezione lavoro del Tribunale di Treviso, Dottoressa R. Poirè ha finalmente scritto la verità su tre anni di continue, disgustose e maledettamente ingiuste diffamazioni nei confronti miei e di mia moglie, Maria Sole Pavan.
Per evitare fin da subito che qualche fenomeno specifichi che si tratta di un’ordinanza e non di una sentenza, preciso che l’ordinanza ex art. 423 è prevista dall’articolo 186 del codice di procedura civile e si tratta di un’ordinanza “anticipatoria di condanna” emessa dal giudice per ordinare il pagamento di somme relative alla causa per la quale sono già state raggiunte le prove.
L’ordinanza ha valore esecutivo per cui, cara SDL ti toccherà fin da subito mettere mano al portafoglio!
Sinceramente vi confido che non è quella dei soldi la parte che mi soddisfa di più.
Quello che mi fa gioire è il fatto che finalmente la verità su un comportamento vergognoso della dirigenza di un’azienda e dei suoi poveri ruffiani senza dignità e senza più nemmeno cervello è stata scritta, messa nero su bianco da un giudice.
Gianmario Bertollo e Maria Sole Pavan, e di conseguenza anche i loro compagni in quella battaglia iniziata giusto tre anni fa, sono stati cacciati ingiustamente dall’azienda che avevano contribuito a creare e rendere grande.
Gianmario Bertollo e Maria Sole Pavan non hanno mai messo in atto azioni di concorrenza sleale nei confronti di SDL Centrostudi.
Chi mi segue sa cosa è successo, ma chi se ne fosse dimenticato può trovare tutta la storia in questo articolo del mio blog personale.
In quei giorni, un gruppo di persone oneste ha scelto di preferire la dignità, e di lavorare con libertà di coscienza lasciando indietro molti soldi e carriere già consolidate.
Da quel giorno, era il 27 novembre 2015, è iniziata da parte della dirigenza di SDL una vera e propria guerra denigratoria nei confronti di quelle persone che avevano avuto il coraggio di evidenziare le ormai risapute menzogne portate avanti soprattutto dal fondatore, il falso avvocato Serafino Di Loreto e dai suoi sgherri, Minoia e Filisetti in testa.
Soprattutto il sottoscritto e sua moglie, sono stati messi più volte alla berlina, accusati di ogni nefandezza, di incredibili scorrettezze nei confronti di clienti, di collaboratori e dell’azienda.
Una serie incredibile di falsità ripetute nelle riunioni aziendali in modo che poi, un branco di adepti con encefalogramma piatto e dignità sotto i tacchi, potesse andare in giro per l’Italia a ripetere come pappagalletti fieri, le bugie che aveva loro riferito con la sua nota teatralità, il grandissimo (eufemismo) avvocato della pampa Serafino Di Loreto.
Sono stato messo persino alla berlina durante una riunione di due giorni riservata ai dirigenti. Hanno fatto confezionare una sagoma cartonata (https://www.deborahbetti.it/sdl-centrostudi-opinioni-lavoratori/#more-1774) con le mie sembianze lasciata là sul palco alla derisione e alla diffamazione di Di Loreto e di una quarantina di poveri cristi, proni e muti di fronte a tale scempio, arrivati in riunione dimenticandosi le palle sul comodino di casa (non tutti) e terrorizzati del fatto che la stessa sorte sarebbe toccata a loro.
Molti di loro si sono resi conto già da tempo dove stava la verità e hanno abbandonato a loro volta la nave che sta sempre di più affondando.
Altri, pochi, sono ancora là che pendono dalle labbra (e dal portafoglio) di una dirigenza ormai allo sfascio e senza più argomenti che, rendendosi ormai conto della fine imminente, ha avuto addirittura la brillante idea di cambiare nome.
Dirigenza che ha perso da tempo la Presidenza arrogante dell’ex magistrato juventino Piero Calabrò, arrivato come il salvatore della patria, come il nome illustre che doveva cambiare SDL, che doveva renderla operativa, nuova, etica e competitiva.
Quel presidente che non ha perso occasione di insultarmi persino in trasmissioni televisive, pensando di avermi riconosciuto tra i testimoni, distogliendo l’attenzione dal vero argomento del programma: i clienti scontenti della società da lui presieduta.
Quel presidente che aveva promesso di inviarmi ad ogni scadenza annuale il bilancio, così che io potessi rendermi conto del grande errore che stavo facendo. Bilancio che, come si può vedere nel link, nel 2016, primo anno di mia lontananza da quella realtà, ha registrato una perdita di 1,2 milioni di euro. Non me lo ha mai inviato. Me lo sono trovato da solo.
Complimenti Calabrò ottimo lavoro davvero. E infatti anche lei è scappato, in febbraio di quest’anno, non senza farsi pagare una cospicua somma come buona uscita, dopo quella ancora più cospicua incassata l’anno scorso per la riduzione della durata del contratto.
Ma vediamo un po’ cosa dice questa ordinanza: come si può leggere chiaramente, il giudice ha smontato una per una le bugie prodotte da SDL per dimostrare l’indimostrabile.
Gianmario Bertollo e Maria Sole Pavan sono stati allontanati senza giusta causa e hanno diritto quindi al pagamento delle provvigioni ingiustamente trattenute e delle varie indennità previste dall’Accordo Economico Collettivo relativo agli Agenti di Commercio.
Ordina quindi a SDL di pagare fin da subito un interessante somma, ma soprattutto nomina un CTU che avrà il compito di quantificare la somma totale spettante ai due agenti ingiustamente allontanati.
Certifica inoltre che Gianmario Bertollo e Maria Sole Pavan non hanno mai messo in atto azioni di concorrenza sleale nei confronti di SDL.
E’ chiaro quindi che la dirigenza SDL, attraverso soprattutto il suo fondatore ex avvocato della pampa Serafino di Loreto, il suo ex Presidente ex magistrato ancora juventino Calabrò, i loro sub dirigenti Minoia, Musso e Filisetti hanno raccontato in questi 3 anni una serie di bugie incredibili. Attesta anche quindi che tutti i loro servili pappagalletti che sono andati in giro per l’Italia a ripetere le bugie raccontate loro attraverso le riunioni e le mail, hanno fatto la classica figura di merda.
Che i miei ex colleghi DA e RA che da quel giorno mi hanno tolto il saluto, mi hanno deriso e hanno raccontato alla rete un sacco di menzogne, sono delle persone senza dignità e senza anima.
Loro la verità la sapevano. L’hanno sempre saputa. Hanno preferito i soldi e le coccole di Serafino.
Non preoccupatevi, non ce l’ho con voi, siete talmente insignificanti che non meritate neanche la mia rabbia.
E veniamo ad oggi. Come la mettiamo la questione adesso? Chi ci risarcirà dell’enorme danno economico, professionale ma soprattutto morale che abbiamo subito?
Tutti i personaggi citati sono stati querelati dai sottoscritti. Anche un folto gruppo degli agenti divulgatori hanno una bella denuncia – querela con cui dovranno fare i conti nei prossimi mesi.
Tutto questo non basterà mai a risarcire due persone oneste, che hanno avuto il coraggio di mettersi contro il sistema e di denunciare le malefatte di personaggi guidati solo e unicamente dalla sete di denaro, dall’invidia e dalla malafede.
Noi andiamo avanti con il nostro lavoro. Con la nostra azienda che siamo riusciti a portare al successo, nonostante la guerra impari dichiarata e messa in atto con tutti i mezzi, soprattutto quelli illeciti.
Male non fare, paura non avere diceva Andrea, un altro del nostro gruppo. Male non abbiamo fatto e paura non abbiamo avuto.
E abbiamo vinto.
Giustizia è stata fatta. A presto Serafino.