decreto ingiuntivo a disoccupato nullatenente

Decreto ingiuntivo a disoccupato nullatenente: La realtà dietro il pignoramento

Gli argomenti di questo articolo

E’ possibile fare un decreto ingiuntivo a disoccupato nullatenente?

Secondo il Codice Civile italiano, il debitore risponde delle proprie obbligazioni con tutti i suoi beni, sia presenti che futuri. 

Quindi, un creditore, ha sempre il diritto di procedere con un decreto ingiuntivo e poi con un pignoramento nei confronti del debitore.

Quando si parla di pignoramento a nullatenente, è necessario considerare che si è in presenza di persona che non possiede nulla che possa essere pignorato.

Il creditore ha la possibilità di verificare se il debitore ha trasferito proprietà o nascosto beni per evitare il pignoramento.

Questa azione è considerata come atto in frode ai creditori ed è facilmente annullabile da parte dei creditori.

E’ importante sapere che l’impossibilità di pignorare beni ad un nullatenente non significa che il debito venga cancellato. 

Al contrario, il creditore mantiene il diritto di soddisfare il proprio credito sui beni futuri del debitore.

Cosa si intende per nullatenente?

Il termine nullatenente identifica una persona che si trova in una condizione economica particolare: non possiede beni e non percepisce redditi. 

In pratica, si tratta di un soggetto che, al momento di un’eventuale azione di recupero crediti, non dispone di patrimonio né di entrate.

Esistono diverse situazioni in cui una persona può essere considerata nullatenente:

  • Chi non percepisce alcun reddito da lavoro né sussidi e non possiede nulla
  • Chi ha subito un pignoramento precedente che ha azzerato il patrimonio e non ha reddito

Tuttavia, è importante sottolineare che non sempre chi appare nullatenente lo è realmente.

In particolare, alcune persone potrebbero cercare di nascondere i propri beni intestandoli ad altri soggetti, definiti “prestanome”, proprio per evitare eventuali pignoramenti a nullatenenti.

La condizione di nullatenente viene verificata attraverso indagini specifiche che possono riguardare:

  • Conti correnti italiani ed esteri
  • Carte prepagate
  • Beni immobili recentemente venduti o donati
  • Beni mobili riconducibili al debitore

In pratica, la nullatenenza non è semplicemente una dichiarazione del debitore, ma una condizione che deve essere accertata attraverso verifiche approfondite. 

Questa condizione può complicare molto il processo di recupero crediti, perché la possibilità di soddisfare i creditori attraverso i pignoramenti risulta estremamente limitata.

E’ fondamentale distinguere tra nullatenente e insolvente: 

  • mentre il nullatenente non possiede alcun bene aggredibile, 
  • l’insolvente potrebbe possedere beni ma non avere la capacità economica per soddisfare anche parzialmente i propri debiti.

Cosa si può pignorare se il debitore non possiede nulla?

Cosa si può pignorare ad un nullatenente?

Innanzitutto, quando si parla di pignoramento verso un debitore apparentemente nullatenente, esistono diverse possibilità di azione che la legge mette a disposizione dei creditori.

Nel caso in cui il debitore ha trasferito i propri beni per evitare il pignoramento, il creditore può contestare il trasferimento e fare annullare l’atto, entro cinque anni da quando è avvenuto.

Alla presenza di un nullatenente accertato il creditore non potrà agire nel pignorare nulla.

Ma avrà sempre il diritto di verificare in futuro se il debitore entra in possesso di reddito o patrimonio e, in quel caso, potrà procedere.

Si può recuperare un credito da un nullatenente?

Recuperare un credito da un nullatenente richiede un approccio strategico e paziente. 

Le indagini patrimoniali rappresentano il primo passo fondamentale per verificare l’effettiva situazione economica del debitore.

In particolare, esistono diverse strategie che possono essere adottate per il recupero crediti nullatenente:

  • Monitoraggio costante della situazione patrimoniale
  • Verifica di eventuali beni intestati a terzi
  • Controllo di conti correnti esteri
  • Analisi di possibili eredità future

Inoltre, è importante considerare che lo stato di nullatenenza non è necessariamente permanente. 

La situazione economica del debitore potrebbe migliorare nel tempo, permettendo così il recupero del credito in un momento successivo.

Un aspetto fondamentale riguarda l’interruzione periodica dei termini di prescrizione del credito. 

Questo significa che il creditore mantiene il diritto di rivalersi su eventuali beni o redditi futuri che il debitore dovesse acquisire.

Tuttavia, è importante sottolineare che alle volte chi appare nullatenente potrebbe aver semplicemente nascosto i propri beni. 

In questi casi, un’indagine approfondita può portare alla luce:

  • Conti correnti italiani ed esteri
  • Carte prepagate
  • Beni immobili recentemente donati

Un’analisi accurata della situazione può rivelare opportunità di recupero che non sarebbero immediatamente evidenti da una prima valutazione superficiale.

Cosa succede se un nullatenente non paga?

Nel sistema giuridico italiano, quando un nullatenente non paga i propri debiti, la situazione presenta caratteristiche particolari. 

Innanzitutto, se viene accertato il reale stato di nullatenenza, nessun creditore può far valere il proprio diritto di credito.

In particolare, una persona che non può pagare i propri debiti non può essere sottoposto a sanzioni amministrative o penali. 

Tuttavia, questo non significa che il debito scompaia definitivamente.

Il Codice Civile stabilisce che ogni soggetto rimane responsabile dei debiti contratti con il proprio patrimonio presente e futuro. 

Il creditore mantiene il diritto di tentare un’azione di riscossione dopo un determinato periodo, per agire in eventuali momenti futuri.

Questo avviene attraverso la verifica di eventuali cambiamenti nella situazione patrimoniale del debitore.

Tutto si basa sul principio della prescrizione del debito di cui è fondamentale sottolineare alcuni aspetti cruciali:

  • La prescrizione del debito ha una durata massima di 10 anni
  • Il creditore può interrompere la prescrizione con una comunicazione apposita
  • Il debito può essere mantenuto a vita e non cadere mai in prescrizione
cosa si può pignorare ad un nullatenente

Bisogna mettere particolare attenzione alle situazioni di nullatenenza simulata. 

Chi si libera intenzionalmente dei propri averi per evitare di pagare i creditori rischia conseguenze legali serie. 

Per esempio, le donazioni o vendite di beni a familiari possono essere revocate se avvenute fino a 5 anni prima.

Nel caso specifico dei debiti verso l’Agenzia delle Entrate, i “contribuenti nullatenenti” sono identificati come soggetti che in passato hanno prodotto redditi ma oggi non hanno saldato il conto. 

In questi casi, Equitalia verifica periodicamente, tramite l’Anagrafe Tributaria, la presenza di eventuali redditi o conti correnti intestati al debitore.

Se non viene trovato nulla di pignorabile nel patrimonio del debitore, il creditore può fare altri tentativi di riscossione o procedere al discarico della cartella.

Quando perde efficacia un decreto ingiuntivo contro un nullatenente

Il decreto ingiuntivo rappresenta uno strumento legale che stabilisce l’esistenza di un credito. 

Una volta emesso, il decreto dà al debitore due possibilità fondamentali: 

  1. pagare il debito 
  2. presentare opposizione entro i termini stabiliti dal giudice.

Quando il termine per l’opposizione scade, il decreto ingiuntivo assume efficacia vincolante e l’esistenza del debito diventa incontestabile. 

A questo punto, il creditore può iniziare le procedure di recupero sui beni e sui crediti del debitore.

L’insolvenza, che spesso caratterizza il nullatenente, non significa necessariamente che è permanente o irreversibilità. 

Infatti, può derivare anche da:

  • Difficoltà economiche temporanee
  • Situazioni patrimoniali reversibili
  • Alterazioni momentanee delle garanzie offerte

Il decreto ingiuntivo a disoccupato nullatenente mantiene la sua efficacia anche quando il debitore non ha nulla. 

In questo caso, il creditore mantiene il diritto di tentare il recupero del credito per un periodo di 10 anni, con la possibilità di interrompere la prescrizione attraverso l’invio di una nuova lettera di diffida.

Inoltre, il decreto rimane efficace anche dopo il decesso del debitore, poiché i debiti si trasferiscono agli eredi che hanno accettato l’eredità. 

Questo è il caso in cui il creditore può procedere con il pignoramento dei beni degli eredi senza dover avviare una nuova causa.

Ricordiamo sempre che nel caso in cui il debitore abbia venduto o donato i propri beni per evitare il pignoramento, il creditore può agire entro 5 anni dall’atto, dimostrando la mala fede nella transazione. 

Questa possibilità rappresenta una tutela importante per i creditori nei confronti dei debitori che tentano di sfuggire alle proprie responsabilità.

Quali soluzioni ha un nullatenente per liberarsi dai debiti?

La gestione di un decreto ingiuntivo a disoccupato nullatenente rappresenta una situazione complessa che richiede particolare attenzione. 

I tempi di validità del decreto ingiuntivo, garantiscono al creditore di mantenere il credito negli anni successivi.

Sempre il creditore ha il diritto di monitorare eventuali cambiamenti nella sua situazione patrimoniale del debitore e, nel caso, intervenire.

Tutto questo non significa che il debitore non abbia dei diritti a suo favore. 

La legge dispone della possibilità, anche per un nullatenente disoccupato, di liberarsi dello stato di sovraindebitamento. 

La condizione di sovraindebitamento, portata avanti negli anni, rischia semplicemente di diventare una condanna per il debitore nullatenente. 

Proprio per questo motivo in Italia sono state introdotte dalla legge 3 del 2012 le procedure sul sovraindebitamento, oggi contenute nel codice della crisi.

Le procedure sul sovraindebitamento permettono a chiunque, di pagare quello che si può dei propri debiti e il resto viene stralciato.

Anche un debitore nullatenente disoccupato ha il diritto di accedere alle procedure di sovraindebitamento e, se viene accertato che è incapiente, può liberarsi di tutti i debiti con l’apposita procedura:

  • L’esdebitazione dell’incapiente.

In Italia ci sono quasi 8 milioni di cittadini bloccati nel sovraindebitamento. 

Ogni giorno soffrono dovendo trovare la possibilità di poterne uscire e spesso non conoscono l’esistenza di queste procedure e dei loro diritti.

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