Come togliere un pignoramento dalla busta paga

Come togliere un pignoramento dalla busta paga?

Gli argomenti di questo articolo

Esiste un modo per evitare il pignoramento dello stipendio?

Chiariamo subito un aspetto: il pignoramento in busta paga può essere evitato.

Tuttavia, è fondamentale riconoscere che, mentre alcune strategie per prevenire il pignoramento sono efficaci, altre possono rivelarsi controproducenti e aggravare la situazione.

In questo articolo vedremo i rischi più comuni e analizzeremo le soluzioni concrete e definitive per quanto concerne il pignoramento in busta paga.

Innanzitutto, devi sapere che non esiste un limite al pignoramento dello stipendio. A differenza delle pensioni, che godono di una soglia minima di impignorabilità, gli stipendi non hanno tale protezione.

Circola molta disinformazione su questo tema; di conseguenza, c’è tanta confusione, specialmente tra chi non è del settore. Non è raro trovare falsi consigli anche sui siti di professionisti che spesso non hanno una comprensione approfondita del problema e si limitano a citare l’articolo 545 del Codice di Procedura Civile.

Il pignoramento del quinto dello stipendio è solo una parte di un contesto più ampio e complesso, e non può essere valutato in maniera isolata.

Proprio come un medico non tratterebbe un sintomo senza esaminare l’intero quadro clinico, non si dovrebbe affrontare il pignoramento dello stipendio senza considerare l’intera situazione finanziaria e legale di una persona. Una soluzione efficace richiede un’analisi completa e una strategia ben coordinata.

Pignoramento in busta paga: come avviene?

Pignoramento in busta paga

 

Per interrompere in maniera legale un pignoramento su busta paga è necessario presentare un’opposizione. Dal 22 giugno 2022, il creditore deve assolvere a nuovi obblighi legali introdotti dalla Legge 206/2021, che, se trascurati, invalidano il pignoramento.

Il creditore è obbligato a:

  1. Notificare al debitore l’iscrizione a ruolo del pignoramento, ovvero l’avvenuto deposito dell’atto di pignoramento presso la cancelleria.
  2. Informare il debitore del deposito del fascicolo dell’esecuzione.

 

L’inosservanza di anche solo uno di questi passaggi da parte del creditore rende nullo il pignoramento dello stipendio, impedendo al creditore di procedere nel recupero del credito.

Pignoramento del quinto dello stipendio: tutti i passaggi

Il pignoramento del quinto dello stipendio non è mai un evento improvviso, ma è il risultato di obblighi trascurati in precedenza. Un comune errore è quello di ignorare o non ritirare le raccomandate inviate, un aspetto che porta a conseguenze legali immediate.

Ecco i passaggi che precedono il pignoramento del quinto dello stipendio:

Messa in mora

Una banca o finanziaria può dichiarare la messa in mora dopo diverse rate di prestito non pagate, aggravando il debito con interessi e spese legali.

Decadenza dal beneficio dei termini

Questo passaggio segue la messa in mora e si verifica quando la banca decide di terminare il contratto, richiedendo il rimborso totale immediato.

Decreto ingiuntivo

Se il debito non viene saldato, il creditore può richiedere un decreto ingiuntivo, che ingiunge il debitore a saldare l’importo dovuto, aumentato di ulteriori costi, entro 40 giorni.

Atto di precetto

Se il debito non viene saldato dopo il decreto ingiuntivo, il giudice può emettere un atto di precetto che intima il pagamento entro 10 giorni.

Pignoramento dello stipendio

Questo è l’ultimo e più grave passaggio, dopo il quale il datore di lavoro è obbligato per legge a trattenere una parte dello stipendio per soddisfare il creditore.

L’unica soluzione definitiva per interrompere il pignoramento è saldare completamente il debito. Altre opzioni non risolvono il problema a lungo termine.

Pignoramento del quinto dello stipendio: quanto dura?

La durata del pignoramento del quinto dello stipendio è direttamente collegata al saldo del debito; il pignoramento persiste fino a quando il debito non viene estinto

L’unico evento che può interrompere il pignoramento è il pensionamento del debitore. In tale circostanza, il pignoramento si sposta dapprima sul trattamento di fine rapporto (TFR) e successivamente sulla pensione.

Il pignoramento in busta paga salva la casa?

Molte persone credono che la prima casa sia esente da azioni da parte dei creditori. Tuttavia, questa supposizione non trova riscontro nella realtà giuridica. I creditori hanno il diritto di recuperare i propri crediti utilizzando tutti gli strumenti legali a loro disposizione, incluso il pignoramento di qualsiasi bene del debitore, senza restrizioni.

Nonostante i creditori spesso optino per il pignoramento dello stipendio, tale scelta non preclude la possibilità di aggredire altri beni, inclusa la casa

La decisione di non toccare altri beni oltre allo stipendio è una strategia del creditore, non una norma legale, che lascia aperta la possibilità di rivolgersi anche alla proprietà immobiliare del debitore se lo ritenesse necessario.

Qual è la quota pignorabile dello stipendio?

come togliere un pignoramento dalla busta paga

 

Quando si discute di quanto del proprio stipendio possa essere pignorato, spesso si sente dire che “al massimo un quinto” può essere trattenuto.

Tuttavia, questa affermazione, sebbene comune, può essere fuorviante e semplificativa, poiché omette di considerare variabili importanti.

Il pignoramento in busta paga è un esempio di pignoramento presso terzi e può avvenire in due modi principali:

  1. Direttamente dalla busta paga tramite il datore di lavoro: in questo caso il massimo pignorabile è un quinto dello stipendio. Ad esempio, su uno stipendio di 2.000 €, si potrebbero trattenere fino a 400 €, lasciando un netto di 1.600 €.
  2. Dal conto corrente bancario del debitore: in questo caso, i limiti di pignoramento sono differenti. Il creditore può pignorare tutto ciò che eccede il triplo dell’assegno sociale

 

La modalità di pignoramento incide sui limiti di prelievo.

Nel 2023, quest’ultimo è pari a 503,27 €, quindi il triplo sarebbe 1.509,81 €. Questo significa che fino a 1.509,81 € sul conto sono protetti dal pignoramento, e qualsiasi somma oltre questa soglia può essere pignorata. Se ad esempio nel conto vi sono 2.000 €, il creditore può pignorare 490,19 €.

Pignoramento del quinto dello stipendio da parte dello Stato: limiti e modalità

Quando lo Stato, tramite enti come l’Agenzia delle Entrate Riscossioni (precedentemente nota come Equitalia), agisce come creditore, applica le proprie regole per il pignoramento dello stipendio

Questo tipo di pignoramento, infatti, non segue il criterio generale di un quinto dello stipendio, ma varia in base al reddito del debitore attraverso specifiche fasce di applicazione:

  • Per stipendi fino a 2.500,00 €, la trattenuta è di 1/10.
  • Per stipendi da 2.500,01 € a 5.000,00 €, la trattenuta è di 1/7.
  • Per stipendi oltre 5.000,01 €, la trattenuta è di 1/5.

Quanti pignoramenti dello stipendio possono arrivare?

Per quanto riguarda il pignoramento dello stipendio si può arrivare ad una trattenuta massima del 50%, a seconda dei tre diversi tipi di pignoramento che possono arrivare simultaneamente:

  • Pignoramento da parte di Equitalia: fino al 10% dello stipendio;
  • Pignoramento per assegno alimentare: fino al 20%;
  • Pignoramento per altre cause, come debiti bancari o finanziari: fino al 20%.

 

Per esempio, con uno stipendio di 2.000 €, la distribuzione potrebbe essere la seguente:

  • € 200 trattenuti da Equitalia (10%)
  • € 400 per assegno alimentare (20%)
  • € 400 per debiti bancari o finanziari (20%)

 

Questi pignoramenti possono coesistere, anche se ci sono limiti di legge alla somma totale che può essere pignorata. 

Inoltre, se c’è una cessione del quinto in corso, questa non impedisce ulteriori pignoramenti, il che può ridurre ulteriormente il reddito netto disponibile del lavoratore.

Pignoramento del quinto dello stipendio: attenzione ai consigli inutili che circolano sul web

pignoramento del quinto dello stipendio

 

Comprendere la natura del pignoramento del quinto dello stipendio è fondamentale. Se il pignoramento è l’unico problema debitorio, la situazione è più gestibile. Tuttavia, se ci sono altri debiti o rate in sospeso che si rischia di non poter onorare, affrontare il pignoramento può complicare notevolmente la situazione finanziaria.

Ecco due approcci consigliati nel caso in cui il pignoramento sia l’unico debito:

  1. Si può tentare un saldo e stralcio, ovvero negoziare con il creditore offrendo una somma forfettaria che, se accettata, chiude definitivamente la questione.
  2. Si può pagare il debito prima dell’azione legale, dunque, prima che il creditore proceda con il pignoramento su busta paga può evitare complicazioni future.  

 

Queste soluzioni sono applicabili se il debito è gestibile e non ci si trova in una condizione di sovraindebitamento. 

In caso contrario, si potrebbe essere costretti a subire il pignoramento fino al completo saldo del debito.

Ma attenzione perché sul web circolano consigli poco affidabili su come affrontare il pignoramento; ecco perché è importante valutare attentamente tali suggerimenti, poiché potrebbero portare a conseguenze legali serie.

Opporsi al pignoramento

L’opposizione è una delle soluzioni più comuni. Sebbene sia un diritto del debitore, è importante considerare che fare opposizione non sempre porta a un risultato positivo

Opporsi senza una solida base legale può solo ritardare temporaneamente il processo senza risolvere il problema di fondo, e i costi legali sostenuti potrebbero rivelarsi un ulteriore spreco di risorse se il risultato non è garantito.

Procedere con una cessione del quinto

Contrariamente a un’opinione diffusa, fare una cessione del quinto dello stipendio non protegge da ulteriori pignoramenti

Questo tipo di operazione non impedisce l’avvio di nuovi procedimenti di pignoramento, e non fa sì che questi si mettano “in coda”. 

Anche in presenza di una cessione del quinto, una finanziaria può procedere con un pignoramento di un altro quinto dello stipendio. 

Questo perché la regola di un’unica trattenuta per tipo di debito è specifica solo per i pignoramenti, non per le cessioni.

Orchestrare un pignoramento da parte di un amico

Un altro suggerimento spesso citato ma altamente rischioso è quello di organizzare un pignoramento dello stipendio tramite un amico. Questa strategia comporta molti rischi:

  • se i crediti risultanti dai pignoramenti differiscono per natura potrebbero sovrapporsi portando il debitore a subire più pignoramenti simultanei del quinto dello stipendio;
  • affidare a un amico la gestione delle somme pignorate richiede un livello di fiducia estremamente elevato. Senza questa certezza, esiste il rischio che l’amico possa appropriarsi delle somme, soprattutto se dovessero presentarsi esigenze finanziarie urgenti da parte sua.

Chiedere il licenziamento

Alcuni possono considerare l’idea di farsi licenziare come una strategia per evitare il pignoramento dello stipendio. 

Tuttavia, questa azione è paragonabile a “sbattere la testa contro il muro per far passare il mal di testa”, non solo per la sua inefficacia ma anche per le gravi conseguenze legali che può comportare.

Talvolta, questa idea è suggerita da professionisti che aggiungono elementi di illegalità al consiglio, come lavorare in nero e contemporaneamente percepire la Naspi (l’indennità di disoccupazione italiana). Seguire tali suggerimenti può esporre a rischi legali molto seri:

  • lavoro in nero: sia i lavoratori che i datori di lavoro rischiano sanzioni salate per il mancato rispetto delle normative sul lavoro regolare;
  • evasione fiscale: non dichiarare i propri redditi comporta l’evasione dell’IRPEF, con relative sanzioni fiscali;
  • truffa ai danni dell’INPS: percepire la Naspi senza averne diritto attraverso il mancato versamento dei contributi richiesti è considerato una truffa ai danni dell’INPS, con possibili conseguenze penali.

Come evitare il pignoramento dello stipendio?

Come evitare il pignoramento dello stipendio

 

Potrei aver sovvertito le aspettative su ciò che si crede comunemente riguardo al pignoramento del quinto dello stipendio, dato che circolano numerosi dilettanti che diffondono notizie errate. Attenersi a queste informazioni sbagliate può solo aggravare qualsiasi crisi finanziaria.

Come abbiamo osservato fin dall’inizio, se ci si trova di fronte a un solo pignoramento dello stipendio di entità sostenibile, il mio consiglio è quello di provare a risolverlo per limitare i danni.

Tuttavia, se il pignoramento rappresenta solo una delle numerose pendenze debitorie e si è in una condizione di sovraindebitamento, non è saggio tentare di estinguere solo quello: si finirebbe per sprecare tempo e denaro senza affrontare il problema principale!

Infatti, anche neutralizzando tale pignoramento, in una situazione di sovraindebitamento persistono delle rate di prestiti insostenibili.

In una stato di sovraindebitamento, con un pignoramento dello stipendio in atto o imminente, la vera soluzione è la legge 3 del 2012, la quale ti consente di liquidare tutti i tuoi debiti versando quello che è nelle tue possibilità.

Trovarti ogni mese con uno stipendio ridotto a causa del pignoramento, oltre a dover far fronte alle rate di mutui e prestiti, non lascia risorse per il benessere della tua famiglia e dei tuoi figli. Significa dover negare continuamente ai tuoi figli anche le necessità, non solo i lussi, e limitare le loro opportunità educative perché non puoi permetterti le istituzioni scolastiche di alto livello o alcune università.

Come gestirai tutti questi debiti?

La legge sul sovraindebitamento offre la possibilità di annullare tutti i debiti e ricostruire il futuro della tua famiglia. Il meccanismo è facile: una volta attivata, consente al tuo patrimonio di coprire l’intero ammontare dei debiti.

Per essere più preciso, se possiedi un patrimonio che vale meno dei tuoi debiti, la vendita dei tuoi beni non basterebbe a estinguerli.

Con la legge sul sovraindebitamento, indipendentemente dal valore del patrimonio, andresti a coprire l’intero importo dei debiti.

Ad esempio, se hai debiti per 200.000 € e un patrimonio di 40.000 €, questa legge ti consente di azzerare il debito attraverso un processo di liquidazione della durata di 3 anni.

La storia di Luca: ecco come lo abbiamo liberato dallo stato di sovraindebitamento, bloccando definitivamente il pignoramento dello stipendio

Le cose non sempre procedono come previsto o pianificato, soprattutto in questi anni difficili in cui non è raro vedere imprese solide fallire a causa di fattori esterni.

Luca gestiva una ditta di trasporti che andava abbastanza bene, fino a quando la crisi economica del 2008 non ha fatto finire sul lastrico la sua attività.

La banca, ritenendo l’impresa di Luca un investimento rischioso, ha improvvisamente interrotto il finanziamento e richiesto il saldo dei debiti.

Ciò ha reso impossibile proseguire l’attività: Luca si è trovato schiacciato da un debito che superava le sue possibilità economiche.

Ha pagato quello che poteva, ma il resto del debito è rimasto irrisolto.

Dopo aver abbandonato l’imprenditoria, Luca ha trovato un nuovo impiego ma, soffocato dai debiti, i creditori hanno iniziato a pignorargli lo stipendio.

Fortunatamente, è sempre stato un combattente e, cercando soluzioni online, si è rivolto a me.

Dopo un iniziale periodo di indecisione, ha deciso di contattarci e…

… lascio che sia lui a raccontarti la sua storia.

Guarda il video di Luca e ascolta in prima persona come ha gestito e superato il problema di un debito di 120.000 €.

Luca ammette che intraprendere la procedura di sovraindebitamento non è stato semplice, ma con un obiettivo chiaro in mente non ha mai desistito e alla fine ha vinto.

Ora è libero dall’enorme fardello dei debiti e dal pignoramento che gravava pesantemente sul suo stipendio.

Con la sentenza di omologa, il giudice ha approvato l’avvio della procedura per Luca, che ora può finalmente godersi una vita tranquilla.

Cosa dice chi ha già scelto Legge3?

All’interno del video, Luca ha sottolineato la nostra professionalità. Il suo elogio è emerso dopo aver constatato che le nostre affermazioni non sono mere parole, ma si basano su fatti concreti!

Luca ha affermato che, esaminando le sentenze, ha potuto verificare la serietà e la competenza di Legge3.it. Ha utilizzato il detto “carta canta” per mettere in evidenza la veridicità di quello che diciamo da oltre sei anni.

Per questo motivo, tra i vari materiali che mettiamo a disposizione, abbiamo creato una raccolta di storie di successo, complete di sentenze giudiziarie e lettere di ringraziamento, in un volume intitolato Fatti e Non Parole“.

Queste sono solo alcune delle nostre vittorie, ma ogni storia è unica e potrebbe riflettere la situazione che stai vivendo.

Così facendo, potrai capire che non ci sono casi impossibili, ma solo situazioni gestite con competenza che possono liberarti definitivamente dai troppi debiti.

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Posso affermare con dati alla mano che, mentre le pratiche gestite da avvocati per debiti e altre agenzie vengono respinte dai giudici nel 72% dei casi, le nostre godono di un tasso di successo del 100%.

Fino ad oggi, abbiamo aiutato 168 famiglie a ritrovare la serenità, liberandole da un totale di 83.447.000 € di debiti insostenibili.

Questo risultato non è affatto casuale. In Legge3.it non accettiamo un incarico dicendo al cliente “speriamo di farcela” o “vediamo cosa possiamo fare”. 

Una procedura di sovraindebitamento deve essere esaminata accuratamente in ogni suo dettaglio prima di essere avviata.

Si tratta di un processo che deve soddisfare criteri specifici e dettagliati; se anche un solo requisito è assente, la procedura sarà respinta dal giudice.

Il nostro compito è analizzare minuziosamente ogni caso fin dall’inizio, assicurandoci che tutto sia ineccepibile. Verifichiamo ogni dettaglio più volte, proprio per precludere qualsiasi possibilità che la pratica venga rigettata.

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