Oggi è l’ultimo giorno di un anno che non dimenticheremo mai.
Un anno che segnerà per sempre la vita di chi l’ha vissuto e che potrà ricordarlo in futuro.
Una terribile malattia, resa ancora più terribile da un massiccio terrorismo mediatico, ha ucciso oltre 70.000 € persone e ne ha reso “mentalmente deficitarie” molte di più.
Televisioni, giornali e social media ci hanno diviso in due categorie: quelli terrorizzati dal virus che “ti raccomando di uscire che vieni affettato”, e quelli che “il virus è una invenzione dei poteri forti del nuovo ordine mondiale” che ci vogliono iniettare il cinqueggi con il vaccino per accenderci e spegnerci a loro piacimento.
Se stai nel mezzo e azzardi a farti qualche domanda magari sensata sei, a seconda di chi ti legge o ascolta, un filogovernativo grillopiddino succube di Bill Gates e Soros, oppure un negazionista incosciente che “non dovrebbe nemmeno essere curato in ospedale” in caso di malattia.
Non esiste una via di mezzo, ma quello che mi fa più andare fuori di testa, non esiste un minimo rispetto per il pensiero dell’altro.
Se non la pensi come me sei un… metteteci l’insulto che vi garba di più. Io sono arrivato ad essere insultato perché non ho i capelli, vedete voi.
Quello che è certo è che per me il 2020 sarà un anno da ricordare senz’altro dal punto di vista professionale.
Da quattro anni io e Maria Sole e il nostro manipolo di collaboratori senza paura, ci battiamo per far conoscere la Legge 3 del 2012, la legge Salva Suicidi, quella legge che dà la possibilità a chi è sopraffatto dai troppi debiti di poter liberarsene pagando quello che può pagare e cancellando il residuo, per poter ripartire pulito, e diventare così risorsa attiva per la sua famiglia, per la sua comunità e per il Paese in generale.
In Francia, negli ultimi anni, quasi due milioni di persone hanno ottenuto questo status: si sono liberati dei debiti che non riuscivano a pagare e sono diventati risorsa attiva per lo Stato.
Noi in Italia, come al solito, siamo sempre indietro.
Il Covid però ha dato un’accelerata spaventosa a una situazione che già era tragica.
Milioni di famiglie lottano contro il sovraindebitamento e non sanno più come pagare le rate dei mutui e dei finanziamenti, non sanno come rimborsare le carte revolving e non riescono a pagare le cartelle esattoriali.
Esiste da 9 anni una legge dello Stato, la Legge 3 del 2012 appunto, ma pochi la conoscono e ancora meno la consigliano.
Oggi con orgoglio posso dire che siamo riusciti a portarla sulla prima pagina di un giornale nazionale.
Oggi Libero, con un articolo del grande Direttore Vittorio Feltri, ci dedica un’intera pagina spiegando nei dettagli la Legge 3 del 2012 e promuovendo il mio ultimo libro Fuori dal Tunnel dei Debiti in vendita nei prossimi gironi nelle librerie Mondadori.
Difficile descrivere la soddisfazione che sto provando, soprattutto dopo la chiacchierata che io e Maria Sole abbiamo fatto l’altro giorno con Feltri nel suo studio di Milano.
Abbiamo scoperto una persona estremamente socievole, ospitale e cordiale. Un uomo molto intelligente che ha preso a cuore la nostra battaglia e ha deciso, senza interessi particolari, di supportarla in prima persona.
Questa incredibile esperienza, unita agli innumerevoli successi ottenuti nei tribunali italiani in questo anno orribile, non ci può che far vedere in fondo al tunnel una luce di speranza, di ottimismo e di sicurezza.
Quella sicurezza che avevamo nell’anima fin da quando abbiamo intrapreso questa incredibile impresa, sbeffeggiati e insultati da tanti, denigrati da molti, ignorati dai più.
“Male non fare, paura non avere” dicevano i nostri vecchi.
Nel giorno in cui i nostri più “temibili” concorrenti, quelli che si definivano difensori dei debitori, beccano una multa di un milione di euro per pratiche commerciali non corrette e pubblicità ingannevole, noi di Legge3.it portiamo a casa il miracolo di Natale, salvando l’ennesima famiglia dal terrore di non farcela e otteniamo il riconoscimento da parte di uno dei più grandi giornalisti italiani con un suo editoriale in prima pagina.
Buon 2021, il bello deve ancora venire.